L’impagabile privilegio di un lavoro creativo è quello di poter alzare sempre lo sguardo verso un obiettivo che fino a ieri era impensabile, addirittura imprevedibile.
Così ti accade che una giovane coppia in procinto di sposarsi decida di sedersi alla tua scrivania non solo per proporti la cura dell’intero arredamento della propria casa dei sogni, ma anche per affidarti un desiderio speciale, l’ideale coronamento di quello che per ognuno di noi è il luogo che ad un certo punto della vita è finalmente possibile chiamare “casa”. Non un letto, non una libreria, non uno stipo, ma… un tavolo da biliardo.
Sì, un tavolo da biliardo.
E se in cuor tuo, guardandoli negli occhi, intuisci che sarà quello il dettaglio che farà la differenza, che li farà felici, che li renderà ogni sera impazienti di tornare ad abitare quello spazio e a viverlo come proprio, bè, da quel momento il loro sogno sarà la tua sfida.
La nostra è cominciata tre mesi fa ed è già in procinto di vedere la luce, di nascere alla vita. La mia esperienza di selezionatrice mi aveva dato un grande aiuto nel trovare soluzioni che potessero rispondere a quest’esigenza così speciale, ma è bastato un battito di ciglia per intenderci sulla migliore: immaginare e dar vita insieme ad un pezzo che fosse unico, tutto loro, interprete dello del loro stile, della loro personalità, delle loro abitudini.
Così ci siamo messi al lavoro, chiamando a raccogliere la stessa sfida gli artigiani del legno con cui ogni giorno diamo forma alle creazioni di Marie Maison Design: ed ecco che un lungo lavoro di progettazione, un millimetrico studio delle misure, un maniacale approfondimento dei dettagli tecnici, ora sta per lasciare respiro solo all’armonia delle forme e dei colori, al calore di un pezzo d’arredamento bellissimo che custodisce in sè, in ogni fibra di legno, anche la magia che lo ha generato.
E se il miracolo della sua nascita mi rende felice per il pensiero che il nostro lavoro possa davvero non avere limiti, il cuore mi batte anche per coloro che ne godranno ogni giorno: far vibrare uno spazio col dono di una personalità autentica e accogliente è in fondo l’unico scopo di ogni nostro sforzo. E lo abbiamo raggiunto.