Una vecchia racchetta da tennis in legno degli Anni ’80, ormai senza corde, abbandonata tra la polvere e le cose – apparentemente – non più utili. Ma anche la bicicletta di quando eravamo non ancora troppo grandi per il motorino e non più così piccoli da non poter andare in giro soli.
Scommetto che anche voi, come me, avete in cantina, in soffitta, nel sotto tetto (o tettomorto, come usiamo chiamarlo qui in Sicilia), oggetti, cose, “imbarazzi” che pur non essendo più utilizzabili è difficile riuscire a buttare. Perché si portano dietro pezzi del nostro passato, con quel carico di immagini, emozioni, ricordi che li rendono comunque preziosi ai nostri occhi e al nostro cuore. Tanto che da anni non osiamo destinarli definitivamente alla discarica.
Perché ho voluto usare la parola “apparentemente“, qualche riga fa? Perché le “cose senza più vita e funzione” si possono guardare da un’altra prospettiva, da un altro punto di vista. E, mettendo in moto quella vena del cuore che alimenta fantasia e creatività, riusciamo a ridare a quelle cose un’altra possibilità, una seconda chance. Come, a volte, facciamo con le persone.
Ecco: è proprio così che l’apparente inutilità degli oggetti del passato può essere superata e gli oggetti stessi possono essere ri-destinati a una funzione. Del tutto nuova.
Sapete come si definisce questo “ridare vita, senso, forma” agli oggetti scartati, buttati e abbandonati? Upcycling. Un termine inglese che esprime: «l’utilizzare materiali di scarto, destinati ad essere gettati, per creare nuovi oggetti dal valore maggiore del materiale originale». Almeno questo è il significato letterale della parola, eletta da Cambridge Dictionary come la “Parola dell’Anno del 2019”.
Fare upcycling significa quindi non limitarsi al “semplice” ma pur sempre prezioso riciclo. Significa qualcosa in più: cioè dare valore aggiunto a un oggetto scartato, o che ha esaurito la sua funzione originaria, per rimetterlo in circolo in maniera originale, per una nuova potenziale vita, una nuova estetica, un nuovo impiego.
Qualche esempio? La vecchia racchetta Anni ’80 può diventare una graziosa cornice per lo specchio del corridoio; i contenitori in vetro delle conserve di pomodoro possono ripresentarsi come piccoli porta candela per un party all’aperto e in stile country; i bancali del mercato ortofrutticolo, se tagliati e ridipinti, possono dare vita a sedute e tavolini per un cortile shabby chic; e i tappi in sughero di preziose bottiglie di vino, se tagliati a metà, e incollati tra loro, possono diventare un poggia padella per la cucina.
Creatività, stile, etica del risparmio e comportamenti eco-sostenibili: ecco cosa rende speciale l’upcycling. Un fenomeno che nasce dal basso e che oggi sta diventando un vero e proprio trend, anche nel mondo dell’arredamento, per via della ritrovata sensibilità ambientale che, fortunatamente, sta coinvolgendo tutti noi.
Basta una ricerca on line per rendersene conto: centinaia sono i siti e le pagine Facebook che propongono tutorial, immagini, idee, soluzioni: lascio a voi la ricerca.
L’importante è che mettiate in moto la vostra fantasia…