La memoria e l’identità, la fantasia e la curiosità, lo sguardo e la libertà. E ancora i miei nascondigli e le mie fughe, le storie di famiglia e le favole, i libri e i viaggi, le radici e i sogni. Tutta la mia vita, tutta la mia anima entrano senza filtro nel mio lavoro. E con il cuore aperto accolgo le infinite possibilità di crescita ed evoluzione che ogni nuovo progetto può rappresentare.
Essere siciliana, del resto, vuol dire per definizione essere contaminata. Per questo il mio lavoro ha dentro i millenni di intrecci culturali che tessono l’identità della mia terra. Insieme a tutto l’istinto, l’amore, la passione che ne ho tratto, da trent’anni a questa parte, per fare il mestiere dell’arredatrice.
Un mestiere che mi ha scelto, prima ancora che io lo scegliessi: che se non mi avesse a tal punto conquistata, magari avrei fatto la cantante o addirittura l’avvocato. Ma per innamorarmene è bastato un colpo d’occhio: lo stesso, io penso, che basta ad ognuno di noi per entrare in sintonia con lo spazio che ci circonda e sentircene accolti.
Così ad esempio, dallo scrigno dei tesori della mia infanzia, dov’è custodito quell’universo di simboli che ancora la mia immaginazione va trasformando in profezie, saltano fuori le carte per prestare il volto ad una delle mie linee più rappresentative, Terra Mia.
Un’esplosione di Sicilia che spontaneamente guarda verso Oriente, la mia inclinazione naturale, il mio più dolce e potente innamoramento culturale, a cui ogni mio gesto creativo risulta in qualche modo intrecciato.
Mi piace innanzitutto questo, di ogni mio giorno: la possibilità che ogni incontro ci offre di aprire nuove idee e nuovi mondi, il fascino con cui ogni pretesto della realtà conquista la fantasia e la guida verso associazioni ideali, certo non casuali, che sono pronte a schiudersi solo allo sguardo di chi è pronto a meravigliarsi.